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Emissioni di metano e cambiamento climatico

Mar. 6 2024

COSA CAMBIA CON LA OIL & GAS METHANE PARTNERSHIP 2.0

MAGAZINE

Metano, tanto inquinante quanto sottovalutato

Quando si parla di riduzione delle emissioni di gas serra per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, il pensiero corre inevitabilmente alla CO2, responsabile principale del fenomeno del riscaldamento globale. Molto meno automatico l’accostamento tra emissioni inquinanti e metano, benché quest’ultimo occupi il secondo posto. Una responsabilità, quella del metano, fino a pochi anni or sono sottovalutata o non pienamente considerata, non solo dalle opinioni pubbliche, ma anche da una parte di esperti. Eppure, il metano – guardando i dati del Global Methane Tracker della IEA – gioca un ruolo piuttosto rilevante nello sviluppo del climate change, in quanto responsabile di almeno il 30% del riscaldamento climatico globale a partire dalla Rivoluzione Industriale. Infatti, pur restando nell’atmosfera meno tempo della CO2 (10-15 anni contro oltre 500), il metano ha un effetto più nocivo, arrivando fino a essere 84 volte peggiore (in un tempo di 20 anni). La sua capacità di intrappolare il calore lo rende, pertanto, un gas serra molto più potente

Emissioni di metano. Il ruolo dell’Oil&Gas

Ma da dove viene il metano immesso in atmosfera? Il 60% delle emissioni di metano è di origine antropica e specialmente riconducibile alle attività agricole e a quelle di produzione di energia. In particolare, una delle cause è imputabile alle perdite che si verificano durante i processi di estrazione, trasporto e raffinazione di petrolio, gas naturale e carbone. Sono 135 milioni di tonnellate rilasciate in atmosfera nel solo 2022 dal settore energy, per una quota percentuale del 37% delle emissioni di metano. E non solo. Gli esperti comunicano che le emissioni globali di CH4 – il nome scientifico della molecola – siano probabilmente anche sottostimate fino ad un valore del 60-70% rispetto al valore che si otterrebbe se fossero misurate. 
L’elemento interessante è che l’industria dell’Oil&Gas ha la possibilità di intervenire con strumenti efficaci in grado di abbassare di parecchi punti questa quantità. Infatti, adottando misure adeguate e applicando tecnologie già esistenti si potrebbero ridurre le emissioni del 75%.

Accuratezza dei dati per interventi efficaci

Qualcosa, si sta muovendo a livello globale. Un esempio è l'Oil & Gas Methane Partnership 2.0 – o più semplicemente OGMP 2.0 – un’iniziativa lanciata dalle Nazioni Unite per l'Ambiente UNEP (United Nations Environmental Programme) e dalla Climate and Clean Air Coalition (CCAC). I soggetti aderenti (aziende operanti nell’industria del petrolio e del gas) si impegnano volontariamente e fattivamente a migliorare l'accuratezza della quantificazione e la trasparenza delle comunicazioni sulle emissioni di metano. Servendosi di un framework di reporting basato su misurazioni e dedicato al settore Oil&Gas, le società possono arrivare a una migliore identificazione e, successivamente, a una più accurata quantificazione del metano emesso in atmosfera durante le cosiddette attività operative. I dati ottenuti – divenuti più precisi e circostanziati – si pongono non solo quali preziosi strumenti di comprensione, ma anche come solide basi sulle quali fondare strategie di riduzione e implementare piani di mitigazione. L'OGMP 2.0 stabilisce cinque progressivi livelli di rendicontazione e assegna, su base annuale, un riconoscimento chiamato Gold Standard. Per ottenere quest’ultimo una compagnia deve raggiungere il livello 4/5 di reporting per gli asset operativi entro tre anni e per quelli non operativi entro cinque anni.
Come ribadisce la stessa OGMP 2.0, l’importanza dell’iniziativa risiede anche nei soggetti che hanno aderito alla partnership: aziende con attività in cinque continenti che rappresentano più del 38% della produzione mondiale di petrolio e gas, oltre il 70% del trasporto di GNL, il 20% dei gasdotti globali di trasporto e distribuzione di gas naturale e il 10% della capacità mondiale di stoccaggio.

Cosa sta accadendo nell’Unione Europea

Tuttavia, ciò che oggi si configura come una scelta volontaria – l’adesione alla virtuosa comunità dell’OGMP 2.0 – a breve verrà normato sulla base di principi similari. Il Consiglio e Parlamento hanno approvato un regolamento che stabilisce nuove misure per ridurre le emissioni di metano, proprio nel settore energy
Tra maggio e giugno del 2024, si attende l’adozione formale che trasformi le proposte in leggi dell’Unione. Si è di fronte a un concreto passo in avanti nella realizzazione di quanto contenuto nel cosiddetto pacchetto "Pronti per il 55%", che la Commissione aveva presentato per ridurre le emissioni inquinanti di metano nell’ambito dell'energia. Un passo che avrà ricadute importanti sul settore e sulle aziende che ne fanno parte.

Il contributo di Bureau Veritas Nexta

Ed è in quest’ottica di adozione – sempre meno procrastinabile e sempre più obbligatoria – di pratiche di decarbonizzazione, che gli operatori sono tenuti a fare scelte strategiche, rivolgendosi a soggetti preparati, indipendenti e dalla lunga esperienza come Bureau Veritas Nexta che già opera nel settore e può aggiungere valore attraverso la rete internazionale dei Centri di Competenza Regionali (RCC) di Bureau Veritas che è presente nel mercato delle emissioni fin dal 1990 e attualmente opera al fianco di principali membri OGMP 2.0 a livello globale.