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Covid-19. Per gestire il rischio servono procedure chiare e codificate

Gen. 28 2021

L’approccio che l’umanità adotta nei confronti delle pandemie spesso è un alternarsi di momenti di panico a fasi di noncuranza. Durante i periodi di calma, non si provvede ad alcuna azione preventiva e, in caso di segnali di allarme, questi vengono trascurati. Ugualmente vi è scarso coordinamento sul fronte dei finanziamenti e le lezioni apprese nel passato non vengono interiorizzate. Così si esprimeva il World Economic Forum a maggio 2020 (COVID-19 Risks Outlook). In effetti se durante i primi mesi nei quali si è manifestata l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, la paura è stato il sentimento preponderante, negli anni precedenti la preparazione ad un’emergenza sanitaria è stata scarsa. A ogni livello.

All’interno delle imprese, ad acuire le legittime preoccupazioni vi è stata anche l’impreparazione nel gestire tale situazione. A mancare sono stati in particolare i protocolli per la gestione dell’emergenza sanitaria e quelle (poche) aziende che ne erano dotate spesso non avevano pianificato in modo sufficientemente dettagliato i diversi scenari possibili e le azioni da mettere in atto. La mancanza ha dato origine sia a risposte eccessivamente generiche, che a spaesamento e improvvisazione, elementi che a loro volta hanno portato a ritardi nei processi decisionali, all’arresto delle attività o peggio all’esposizione al rischio della salute di lavoratori, fornitori o clienti.

Benché la paura sia un’emozione funzionale alla sopravvivenza umana - è grazie ad essa che, avvertita la presenza di un pericolo imminente, ci si prepara ad affrontarlo - in situazioni di criticità o forte rischio occorre restare lucidi ed efficienti. Soltanto così è possibile gestire il rischio e la crisi, allontanare il pericolo e mettersi al riparo. Contenendo o meglio ancora evitando del tutto gli effetti negativi.

Il fenomeno è molto evidente in casi di gravi disastri, ad esempio lo studio del National Institute of Standards and Technology (NIST) ha evidenziato come durante l’attentato aereo alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 le persone presenti nel World Trade Center abbiano aspettato in media sei minuti prima di iniziare l’evacuazione e impiegato in media circa un minuto per ogni piano, il doppio di quanto previsto dagli standard di sicurezza.
In quella situazione, come anche nel caso dell’emergenza sanitaria in corso, ciò che avrebbe fatto una sensibile differenza è la preparazione. Simulare possibili scenari, stabilire protocolli chiari, precisi e inequivocabili, individuare referenti che in caso di necessità sappiano guidare i presenti indicando loro le corrette modalità di azione ed anche prevedere esercitazioni pratiche. Il modo migliore per affrontare una crisi è essere preparati avendo interiorizzato procedure e comportamenti.

Proprio con l’obiettivo di perfezionare, arricchire e dunque rendere efficaci questi fondamentali strumenti, Bureau Veritas Nexta sin dai primi mesi della diffusione della pandemia da Covid-19, ha affiancato le imprese nella gestione dell’emergenza in questa che è divenuta la “nuova normalità”.
A seconda dell’attività di appartenenza, professionisti qualificati hanno guidato le imprese nell’adeguamento dei propri protocolli, osservando con rigore le linee guida nazionali e internazionali in materia. Integrandoli ove la situazione lo richiedeva e immaginando ogni possibile scenario che si sarebbe potuto verificare. 
Quanto più il protocollo è dettagliato, tanto più le procedure saranno efficaci e la situazione si potrà risolvere nel minor tempo possibile e nel miglior modo possibile.

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