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Dichiarazione Ambientale di Prodotto, uno strumento per la competitività aziendale in chiave Green

Mag. 5 2020

Restare competitive, essere prese in considerazione, soddisfare le esigenze dei clienti e dimostrare leadership nel proprio settore: sono tra i principali obiettivi di tutte le imprese, indipendentemente dal settore all’interno del quale esse operano. Per quelle che si muovono in ambiti particolarmente competitivi nei quali è imprescindibile documentare la qualità e le performance ambientali dei prodotti, raggiungere tali obiettivi diventa ancor più fondamentale.
Il ventaglio di attività che si possono intraprendere è ampio. Ma quali strade imboccare affinché i risultati siano chiari, dimostrabili ed efficaci?

Un punto di partenza ormai consolidato è la Dichiarazione Ambientale di Prodotto, nota anche come EPD, Environmental Product Declaration. L’EPD è un documento sintetico, una “carta d’identità ambientale”, che l’azienda volontariamente decide di redigere per presentare e valorizzare un prodotto o un’intera famiglia di prodotti. Si tratta di uno strumento di marketing e comunicazione sempre più richiesto dal mercato per veicolare in modo credibile determinate informazioni ambientali.
L’EPD raccoglie dati relativi alle prestazioni ambientali del prodotto preso in esame (emissioni di gas serra, consumo di risorse non rinnovabili, emissioni inquinanti, consumo di acqua e molte altre ancora), espressi in termini numerici e quantitativi.
La raccolta di informazioni e il lavoro di analisi partono da un altro documento che l’azienda avrà precedentemente predisposto: il Life Cycle Assessment (LCA), cioè l’analisi del ciclo di vita del prodotto.

Nella fase propedeutica di analisi del LCA, vengono osservate le Products Category Rules (PCR), un insieme di regole e indicazioni che, per ciascuna specifica categoria di prodotto presa in esame, indicano le modalità con cui effettuare la raccolta dei dati e le analisi. Il metodo basato sulle PCR rende possibile la comparazione tra prodotti di differenti aziende (appartenenti alla medesima categoria merceologica) garantendo altresì che le aziende di uno stesso settore abbiano sviluppato le proprie EPD seguendo le stesse regole.

Per esemplificare, consideriamo il caso dei prodotti da costruzione; le PCR per queste tipologie merceologiche fanno riferimento alla norma EN 15804: «Sostenibilità delle costruzioni-Dichiarazioni ambientali di prodotto-Regole quadro di sviluppo per categoria di prodotto», recentemente aggiornata (ottobre 2019) e ampiamente rivisita al fine di renderla uno strumento di supporto alla creazione di EPD ancora più efficace.

A livello internazionale esistono diversi schemi di EPD, o Programmi, formalmente riconosciuti e ai quali un’azienda intenzionata a redigere un’EPD può aderire. Ogni Programma ha un Operatore, cioè un soggetto che ha istituito il Programma, ne ha definito le regole e l’applicazione del relativo marchio a fini commerciali per le aziende aderenti. Il Programma più noto a livello internazionale è “EPD International®System” (il cui Operatore è EPD International AB) sviluppato in Svezia e che può essere applicato a molteplici settori e alle più diverse tipologie di beni e servizi.

Anche in Italia è stato creato un Programma di EPD, denominato EPDItaly.

I vari Programmi di EPD sono comunque simili, in quanto basati su regole di fondo comuni (ISO 14025) e pertanto sono riconosciuti e validi a livello internazionale, al di fuori del Paese in cui sono stati sviluppati; un’azienda può quindi scegliere a quale Programma di EPD aderire indipendentemente dal Paese di provenienza.

Inoltre, con l’obiettivo di armonizzare i vari sistemi di EPD, i Programme Operator hanno attivato sistemi di reciproco riconoscimento. A questo si aggiunge la presenza di associazioni internazionali settoriali; ad esempio per i prodotti da costruzione, ECO Platform è l’associazione che riunisce i vari Program Operators del settore.

A EPD conclusa si ottiene dunque un quadro delle performance ambientali di un prodotto:
● oggettivo, perché basato sul Life Cycle Assessment del prodotto esaminato
● comparabile, perché ogni prodotto viene analizzato e descritto sulla base di regole comuni per categoria di prodotto (PCR)
● credibile, perché verificato da una terza parte

Il documento viene poi caricato su una piattaforma consultabile pubblicamente. Un database nel quale ciascun prodotto dotato di EPD ha una propria scheda o come si diceva in precedenza, una “carta d’identità”.

Le schede rendono i prodotti comparabili, ne mettono in rilievo caratteristiche e pregi, fornendo a chi le consulta anche un’idea dell’azienda produttrice.

Sempre restando nell’ambito dei prodotti da costruzione, per costruttori, progettisti e architetti questo significa avere a disposizione informazioni facilmente reperibili, precise e oggettive, e poter comparare prodotti di aziende differenti, includendo parametri di performance ambientale nell’ambito dei propri criteri di scelta progettuali.

Per i produttori di materiali da costruzione, invece, vuol dire posizionare il prodotto, valorizzarne gli aspetti tecnici ed ambientali all’interno della propria filiera di riferimento, agevolare clienti, progettisti e committenti nel raggiugimento degli obiettivi di sostenibilità di un progetto edilizio e in ultima analisi, farlo “preferire” ad altri dello stesso tipo.

In definitiva i produttori che scelgono di redigere un EPD non si troveranno a percorso concluso con una semplice raccolta di informazioni o una fotografia del prodotto e delle sue caratteristiche. Essi avranno anche l’opportunità di raccontare sé stessi e il proprio impegno per la sostenibilità. Creando, di fatto, un’occasione di “green marketing”.

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