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Ispezione degli "spazi confinati". Ci pensano i droni

Lug. 26 2021

È qualche anno che abbiamo imparato a familiarizzare con i droni, i piccoli velivoli radiocomandati che ci capita di veder volare nelle porzioni di cielo sopra campi o spazi aperti, manovrati da amatori e appassionati durante i momenti di tempo libero. E non è un caso che in commercio se ne possano ormai trovare modelli di tutti i tipi e per tutte le tasche.

Eppure, i droni assolvono ad altre importanti funzioni oltre quella ludico-ricreativa. Tralasciando in questo frangente l’ambito militare, vi sono svariate e importanti applicazioni di ordine professionale e industriale che ne dimostrano la versatilità d’uso

Ma qual è il punto di forza di un drone? Tra i tanti che si potrebbero menzionare ne indichiamo uno: essere in grado di portare strumenti come fotocamere, videocamere, rilevatori di temperatura, laser scanner, rilevatori di gas, termo-camere (e l’elenco potrebbe proseguire) in posizioni poco agevoli o addirittura impossibili da raggiungere se non in volo. E una volta giunti vicini all’obiettivo, restituire dei dati. È quanto comunemente accade con ponti, viadotti, torri o antenne, coperture di edifici o turbine eoliche.

Ma non è tutto. Il drone svolge un compito estremamente utile anche quando si tratta di esplorare i cosiddetti “spazi o ambienti confinati”, ovvero quei luoghi non pensati per la permanenza di persone, in cui ingresso e uscita sono limitati e la ventilazione è insufficiente. Rientrano in questa definizione granai, silos, serbatoi e cisterne, vasche e pozzi, impianti di scarico e fognature, pipeline e tubazioni, ciminiere o camini, camere di combustione. Solo per citarne alcuni.

Ambienti altamente pericolosi perché alle dimensioni ridotte si aggiungono, a seconda dei casi rischi specifici in base al tipo di luogo o struttura in cui un individuo si deve introdurre. Tra i rischi dagli impatti più gravi vi sono: assenza di ossigeno, presenza di gas tossici, di polveri nocive (in alcuni casi amianto) o di liquidi (per esempio acidi), temperature estreme, torride o gelide. Ma non bisogna sottovalutare elementi come l’assenza di luce, la conformazione del luogo in questione (che può portare a cadute accidentali), il senso di disorientamento o claustrofobia che si può generare quando si permane in spazi molto stretti.

I dati confermano la pericolosità. Secondo INAIL, in Italia, nel periodo 2002-2014, si sono registrati 90 decessi di lavoratori in “ambienti confinati” (scavi esclusi). Una strage che non sembra avere termine, considerando i casi che i media frequentemente riportano (l’ultimo solo poche settimane or sono).

E all’aumento del rischio contribuisce anche un altro fattore, ovvero che non è un’eventualità così rara che delle persone debbano entrare in “spazi confinati”. Attività di verifica e ispezione, semplice pulizia o interventi manutentivi più consistenti sono le ragioni più comuni.

Da qui l’importanza dei droni quali soluzione vantaggiosa e performante in grado di abbattere il rischio, soprattutto nei casi di verifica e ispezione di manufatti o luoghi pericolosi. Controllato da un pilota da remoto, il velivolo si introduce nel luogo da esplorare senza che alcun individuo corra il minimo rischio. Con l’ispettore, anch’egli in posizione di sicurezza, che ne decide gli spostamenti osservando il monitor.

Ma non solo. Sono almeno tre le ragioni che fanno sì che un’ispezione effettuata mediante droni sia in grado di restituire migliori risultati:

  1. accuratezza dell’ispezione come nessun essere umano potrebbe fare. Il poter montare strumentazioni come videocamere fotocamere o altri sensori consente di avere dati accurati, abbondanti e differenti per tipologia e parametro di ogni punto dello spazio ispezionato. Inoltre, questa messe di informazioni quantitative e qualitative (si pensi alla possibilità di creare modelli e mappe 3D) consente di generare uno “storico” documentato delle ispezioni, utile per cogliere variazioni nel tempo e intervenire tempestivamente in caso di necessità. A ciò va aggiunto un altro elemento: la ripetibilità delle ispezioni secondo schemi e percorsi prestabiliti grazie all’acquisizione dei dati da parte del software.
  2. accessibilità (quasi) senza limiti. Le dimensioni ridotte permettono al drone di accedere anche in spazi piccoli e angusti e lì registrare informazioni. Ugualmente la capacità di volare lo porta a visionare elementi che normalmente un ispettore non potrebbe realizzare direttamente, a meno di aver preparato il sito con l’installazione di apposite strutture (per esempio impalcature).
  3. riduzione drastica dei tempi di ispezione. La capacità di raggiungere qualsiasi anfratto o di percorrere grandi distanze (come quelle di una pipeline, per esempio), di non subire gli effetti nocivi che derivano da quanto si trova in un ambiente avverso (gas, vapori, polveri, temperature) permette di procedere nel compito di verifica e ispezione senza interruzioni e pause. Come, giustamente, avviene quando è impegnato un essere umano.

    A queste ragioni, si affiancano due benefici non trascurabili per coloro che scelgono un’ispezione di questo tipo. Oltre alla già menzionata garanzia di sicurezza degli operatori, vi è una riduzione – anche importante – dei costi dell’ispezione, specialmente se si considerano le eventuali azioni correlate. Ciò significa soprattutto nessuna spesa per il montaggio di ponteggi o altre strutture da realizzare per preparare l’ispezione e, di conseguenza, minor fermo degli impianti o riduzione del tempo di inutilizzo della infrastruttura ispezionata.

    Innovazione tecnologica e nuove metodologie di lavoro, questa è la scelta di Bureau Veritas Nexta. Grazie all’esperienza nell’ambito dell’Asset Integrity Management la società parte dalla definizione dei piani di ispezione e controllo, anche attraverso un approccio basato sull’analisi di rischio, passa attraverso l’esecuzione/supervisione di ispezioni e CND e si completa con l’analisi dei risultati finalizzata all’ottimizzazione degli interventi manutentivi.