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Urban Resilience: la risposta del Real Estate ai rischi climatici

Ago. 25 2023

Parlando di sostenibilità, quale è la sfida più importante per le nostre città?

Una delle principali sfide ambientali per le città è il garantire la prestazione di urban resilience, ovvero la capacità di resilienza ai cambiamenti climatici e ai rischi ad essi associati.
L’antropizzazione degli spazi legata ai processi di urbanizzazione più tradizionali ha determinato la perdita di biodiversità ed ecosistemi generando un peggioramento delle condizioni ambientali e una riduzione delle capacità di adattabilità degli spazi costruiti.
Eventi di precipitazioni estreme, inondazioni, ondate di caldo e siccità stanno causando danni economici, insicurezza sociale e gravando sul benessere della comunità

Il rischio climatico: ci sono standard che suggeriscono metodologie e strategie di azione per questa problematica?

La risposta a questa problematica si declina in azioni che trovano supporto in una serie di normative e linee guida a livello internazionale che promuovono l’analisi e lo sviluppo di strategie e piani di intervento che hanno il fine di contenere, mitigare e/o sfruttare i potenziali rischi legati al clima.
La Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) , nel documento “Technical supplement: The Use of Scenario Analysis in Disclosure of Climate-related Risks and Opportunities” (2017), ha evidenziato come i cambiamenti climatici sia collegati a rischi fisici che implicano "costi economici e  finanziari per le perdite dovute alla crescente gravità e frequenza di eventi meteorologici estremi  legati al cambiamento climatico, nonché i  cambiamenti progressivi a più lungo termine del  clima”.
 
L’approccio individuato dal TCFD sul tema rischio climatico è quello di: 

•    descrivere l’approccio dell’attività sui rischi e sulle opportunità legate ai cambiamenti climatici facendo particolare riferimento al ruolo del Consiglio di Amministrazione e del management (governance)

•    identificare in che modo le considerazioni sui rischi e gli impatti sono utilizzate come input nelle decisioni aziendali strategiche e di testare le strategie aziendali secondo i diversi scenari climatici, classificati per differenti orizzonti temporali (strategy)

•    descrivere le modalità di identificazione, valutazione e gestione dei rischi climatici e di descrivere come gli stessi sono integrati nel modello di risk management aziendale (risk management)

•    eplicitare le metriche utilizzate per valutare i rischi e per calcolare il proprio impatto, nonché fornire indicazioni rispetto ai propri obiettivi (metrics and targets)

Il Regolamento UE 241/2021, ovvero il dispositivo per la ripresa e la resilienza, definisce l’obbligo per tutte le misure dei Piani nazionali per la ripresa e resilienza (PNRR) del rispetto del principio di “non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali”, in conformità al principio “Do No Significant Harm” (DNSH), con riferimento al Regolamento (UE) 2020/852 sulla tassonomia.
Il principio DNSH si declina in sei obiettivi ambientali tra i quali “l'adattamento ai cambiamenti climatici, ovvero la valutazione dell’impatto del clima attuale o futuro sulle persone, sulla natura o sui beni”.
Le valutazioni associate ai rischi climatici e alla relativa vulnerabilità dell’attività si articola, secondo guida ministeriale, in una fase di esame, per indentificare i rischi climatici associati all’attività, una fase di  valutazione del peso di ciascun rischio sull’”attività economica” e una fase di definizione di possibili soluzioni di adattamento, basata anche sulla durata temporale dell’attività.

Per il settore Real Estate ciò si traduce ad esempio, per interventi di nuova costruzione, nell’adozione di eventuali soluzioni di adattabilità sin dalle fasi di progettazione, da attuare durante le operazioni di costruzione.
Tali soluzioni di adattamento devono essere sinergiche con soluzioni di asset attigui e con i piani e le strategie di adattamento a livello locale, settoriale, regionale o nazionale.
Tra i vari rischi ambientali si distinguono rischi "cronici” (se provocato da mutamenti progressivi) e “acuti” (se causato da eventi estremi); quelli in relazione con le componenti idriche sono:  “cronici” quali cambiamento del regime e del tipo di precipitazione (pioggi, grandine, neve/ghiaccio),  Variabilità idrologica o delle precipitazioni, Acidificazione degli oceani, Intrusione salina, Innalzamento del livello del mare, Stress idrico e “acuti” quali siccità, forti precipitazioni (pioggia, grandine, neve/ghiaccio), inondazione (costiera fluviale, pluviale di falda), collasso di laghi glaciali.

Un ulteriore standard legato ai rischi climatici  è l’International Financial Reporting Standards for Climate-related Disclosure (IFRS-S2), che definisce degli specifici obiettivi di informativa sulle attività di risk management. Il documento, che si focalizza sulle attività di rendicontazione e di disclosure, è stato emesso dall’International Sustainability Standards Board (ISSB) il 26 giugno 2023.
L’ambito di applicazione dell’IFRS-S2 riguarda i rischi climatici a cui l’attività economica è esposta, inclusi (ma non limitati a) i rischi fisici derivanti dal cambiamento climatico e i rischi associati alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e alle opportunità legate al clima che potrebbero essere colte dall’attività.
La società dovrebbe individuare quali siano i rischi che potrebbero comportare una rettifica sostanziale ai valori contabili delle attività e passività iscritte in bilancio che potrebbero cambiare la posizione finanziaria della stessa e nel tempo e definire la strategia per affrontare i rischi e le opportunità significativi legati al clima, valutando:

•    i piani di investimento attuali e ai loro effetti previsti sulla posizione finanziaria d’impresa;

•    le fonti di finanziamento previste per attuare la strategia d’impresa e le opportunità significative legati al clima (ad esempio, aumento delle entrate o dei costi di prodotti e servizi rispondenti ad un'economia a basse emissioni di carbonio, danni fisici dei beni per eventi climatici, costi di adattamento.)

Il fine è quello di comprendere il processo (o i processi) mediante il quale vengono identificati, valutati e gestiti i rischi e le opportunità derivanti dal clima:

•    come valuta la probabilità e gli effetti associati a tali rischi (ad esempio, i fattori qualitativi, i fattori quantitativi, altri fattori utilizzati);

•    le modalità con cui vengono attribuite le diverse priorità ai rischi legati al clima rispetto ad altri tipi di rischio, includendo la descrizione degli strumenti utilizzati per la valutazione dei rischi;

•    gli input che normalmente vengono utilizzati (ad esempio, le fonti dei dati, il perimetro delle attività e le assunzioni di dettaglio);

•    le modifiche apportate ai processi di risk management rispetto al periodo di rendicontazione precedente;

•    il grado di integrazione del processo di identificazione, valutazione e gestione dei rischi e opportunità legati al clima con gli altri processi aziendali.

SETTORE REAL ESTATE

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Quali sono i servizi promossi da Bureau Veritas Nexta su queste tematiche?

Bureau Veritas Nexta supporta gli attori del settore Real Estate nella valutazione del rischio climatico a livello asset e offre servizi di consulenza per la definizione di possibili strategie di intervento per ridurre e gestire tali rischi. 
Bureau Veritas Nexta, inoltre, fornisce supporto nelle azioni di monitoraggio e valutazione dei consumi idrici di un asset finalizzate anche alla valutazione degli impatti legati alla gestione.

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