carbon neutrality

News

Gestire il proprio impatto ambientale? La carbon neutrality un imperativo per le aziende

Nov. 10 2021

Come può un’azienda avere certezza che l’attività che svolge sia, tanto a livello di organizzazione che di prodotto, ambientalmente sostenibile? O che le politiche che attua vadano, per davvero, verso una riduzione delle sostanze inquinanti?  
Una risposta quantitativa e numerica arriva dalla carbon footprint. Com’è noto si tratta di una metodologia di calcolo che serve a misurare il contributo dato da attività umane al fenomeno del Climate Change.
La misura di tale contributo è espressa in termini di quantità di gas ad effetto serra (GHG) emessi in atmosfera. 
Il percorso di riduzione, per generare risultati concreti, deve rientrare all’interno di una strategia di Carbon Management che, oltre a quantificare l’impronta di carbonio associata ad una organizzazione/prodotto è chiamata a identificare le componenti emissive più rilevanti, a creare una base conoscitiva per identificare misure di miglioramento coerenti e stabilire un set di risultati di riferimento rispetto ai quali tracciare l’evoluzione dell’impronta di carbonio nel corso del tempo. 
Infatti, conoscere con precisione la propria situazione – in maniera oggettiva – è il primo e fondamentale passo per darsi degli obiettivi realistici di cambiamento. Avere consapevolezza di “dove si è” è utile per impostare percorsi di miglioramento plausibili e attuabili, per tempi e modi, in quanto calibrati sulle effettive forze e risorse dell’azienda. Nessun soggetto è uguale all’altro. Sia che si decida di ridurre di una quota importante la propria impronta di carbonio, sia di arrivare alla carbon neutrality
In questo senso, abbassare sempre più il proprio impatto sull’ambiente talvolta non è possibile oltre una certa soglia. In altre parole: nel caso in cui il net zero emission o impatto zero si rivelasse un obiettivo chimerico, pressoché irraggiungibile, vi sono altre strade in grado di far avanzare l’azienda nel suo impegno nel contrasto al cambiamento climatico. 
Si tratta di soluzioni laterali che prevedono azioni di compensazione o, usando la terminologia inglese, offsetting. E i crediti di carbonio, in questo caso, rappresentano la forma più nota e diffusa. Formalizzati a seguito del protocollo di Kyoto, si tratta di strumenti finanziari che prevedono l’acquisto di certificati negoziabili che rappresentano il diritto di emettere una tonnellata di anidride carbonica o la quantità equivalente di un diverso gas serra (tCO2e). Come funzionano? Acquistare questi crediti significa promuovere progetti in aree del mondo scarsamente sviluppate o in via di sviluppo che abbiano come denominatori comuni la sostenibilità ambientale e la promozione sociale di quei territori e delle popolazioni che lì vi abitano. Si passa da iniziative focalizzate sulla lotta al Climate Change e sulla tutela dell’ambiente naturale, fino alla realizzazione di progetti energetici che coinvolgono fonti rinnovabili. 

Non tutti i progetti portano alla generazione di crediti di carbonio; per farlo devono essere conformi ad alcuni schemi internazionali come, ad esempio, il CDM (Carbon Development Management) o il VCS (Verified Carbon Standard) ognuno di questi determina l’idoneità del progetto candidato alla generazione di crediti.

Una volta ottenuti, le aziende possono scegliere di utilizzarli direttamente compensando le proprie emissioni o cederli – dietro pagamento – ad altre realtà e organizzazioni. Non vi è un obbligo generalizzato al loro possesso o utilizzo. Solo in alcuni ambiti (produzione di energia da idrocarburi o industria pesante, per esempio) vi è un’obbligatorietà; in tutti gli altri si tratta di un atto volontario. Anche se è probabile che nel prossimo futuro diverrà obbligatorio per diversi settori, specialmente nell’ambito dei trasporti. 

Bureau Veritas Nexta opera in questo mercato fornendo la propria consulenza specialistica sulla fattibilità o meno dei progetti rispetto ai requisiti degli schemi di carbon credit. 

Ciò, ad esempio, è avvenuto in una gara indetta da ENI SpA proprio su questo tema e aggiudicata da Bureau Veritas Nexta in RTI con il partner AitherCO2. Le attività previste includono:

- analisi dell’idoneità dei progetti per la generazione dei crediti 
- preparazione della registrazione completa del progetto candidato secondo lo standard volontario identificato
- determinazione della baseline e calcolo delle emissioni risparmiate 
- supporto nella consultazione degli stakeholder (tra i quali le comunità e gli istituti locali)
- supporto nella fase di validazione di terza parte del progetto e dei crediti generati
- supporto nelle differenti attività post registrazione del progetto, come l’uso e la vendita dei crediti
- ricerca di nuovi possibili standard e valutazione dei vantaggi generati (pro e contro)
- supporto nel posizionamento e nella vendita dei crediti nel mercato finanziario.

Sostenibilità

SCOPRI I NOSTRI SERVIZI