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LinkedIn Live • CARBON TAX, verso il nuovo Regolamento europeo: ecco cosa cambierà per gli importatori 

Feb. 17 2023

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24 Febbraio 2023 • Ore 12.00

È sempre più evidente l’impatto del climate change, sotto ogni punto di vista, e per questo è divenuto ormai necessario che attività produttive e organizzazioni adottino un approccio volto alla riduzione delle emissioni di CO2.

Questa necessità si riflette anche nelle politiche europee e, in tale ambito, la Commissione europea ha adottato una serie di proposte per trasformare le politiche dell'UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità in modo da ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. L'Unione Europea sta lavorando inoltre ad una serie di misure finalizzate a ridurre le emissioni di CO2 e l'impatto ambientale dei prodotti importati, come ad esempio la proposta di Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM)

Il CBAM è una proposta di Regolamento, che deve ancora essere approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell'UE.
Il CBAM è un sistema di imposizione fiscale sulle importazioni basato sulle emissioni di carbonio dei produttori stranieri. In pratica, le imprese che esportano prodotti a elevata intensità di carbonio nell'UE sarebbero soggette a pagare una tassa sulla loro impronta di carbonio. L’obiettivo del CBAM è evitare la rilocalizzazione delle emissioni di CO2, incoraggiare i paesi partner a definire politiche per combattere i cambiamenti climatici e incentivare i produttori a ridurre le loro emissioni di carbonio. Inizialmente il CBAM è riferito ad alcuni prodotti (cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, ferro e acciaio), per allargarsi progressivamente ad altri. 

Il CBAM è inteso per operare in parallelo con il sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE,  per rispecchiare e integrare il suo funzionamento per quanto riguarda le merci importate. Sostituirà gradualmente i meccanismi dell'Unione europea esistenti per far fronte al rischio di rilocalizzazione delle emissioni di CO2, in particolare l'assegnazione gratuita di quote ETS dell'UE.
Da ottobre 2023 dovrebbe essere avviata la fase inziale con obbligo di comunicazione delle emissioni GHG dei prodotti importati (emissioni dirette). 
Il CBAM prevede in particolare che gli importatori di merci dichiarino, per la quantità di merci importate nella UE, ricadenti nel campo di applicazione della proposta di regolamento, le emissioni di CO2 “incorporate”. 

In questo contesto è strategico avviare sin da ora percorsi finalizzati alla misurazione delle emissioni di CO2 dei propri prodotti, attraverso la valutazione degli impatti relativi a ciascun input e materia prima, con particolare attenzione all’impronta di carbonio delle merci importate. In questo modo sarà possibile definire percorsi di riduzione delle emissioni di CO2 dei propri prodotti e azioni di  miglioramento, che coinvolgano i fornitori di prodotti importati. In questo modo sarà possibile  conseguire  un beneficio in termini di riduzione delle emissioni di CO2 di prodotto e di filiera e ridurre i costi di tassazione previsti dal CBAM.

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- Claudia StrasserraChief Reputation Officer – Bureau Veritas Italia
- Katia ZavagliaSustainability Product Manager - Bureau Veritas Nexta

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